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Dubai: Le Inondazioni e il Mistero del Cloud Seeding

Un'analisi sulle inondazioni a Dubai e il ruolo del cloud seeding nell'evento meteorologico

Dubai: Le Inondazioni e il Mistero del Cloud Seeding

Le recenti inondazioni che hanno colpito la desertica Dubai hanno trasformato la città in un’enorme distesa d’acqua, causando almeno 19 morti e diversi feriti, insieme a danni senza precedenti in un territorio notoriamente arido. Ma cosa ha scatenato questa devastante alluvione?

Le attenzioni si sono concentrate sul “cloud seeding”, una tecnologia meteorologica ampiamente utilizzata negli Emirati Arabi dal 2002. Ma di cosa si tratta esattamente?

Il cloud seeding, noto anche come “inseminazione di nuvole”, è una tecnica innovativa che mira ad aumentare le precipitazioni, soprattutto in aree caratterizzate da temperature elevate. Questo metodo coinvolge l’utilizzo di aerei che disperdono particelle di sale nelle nuvole per stimolare la formazione di pioggia. Gli Emirati Arabi ricorrono a questa pratica per affrontare la crisi idrica che affligge la regione.

Le analisi dei dati di tracciamento dei voli condotte dall’Associated Press hanno rivelato che un aereo impiegato in queste operazioni ha sorvolato il Paese nei giorni precedenti alle inondazioni. Questo ha sollevato sospetti sul coinvolgimento del cloud seeding, specialmente considerando che la pioggia ha raggiunto livelli record, con 14,2 cm caduti in sole 24 ore, ben al di sopra della media annuale di 9,5 cm.

Il Centro Nazionale di Meteorologia degli Emirati ha inizialmente negato operazioni di cloud seeding immediatamente prima della tempesta, ma ha confermato attività nei giorni precedenti. Questo ha alimentato speculazioni su quanto l’intervento umano abbia potuto contribuire al disastro. Gli esperti nel settore sottolineano che, sebbene il cloud seeding possa aumentare le precipitazioni stagionali del 10-30%, non è sufficiente per spiegare inondazioni di tale portata.

Al di là del cloud seeding, altri fattori hanno contribuito alle alluvioni in Arabia. Un meteorologo del Cnr ha spiegato che un’onda di forti piogge era prevista a causa di una vasta circolazione depressionaria in quota associata ad aria fredda e forti moti verticali. Le infrastrutture di drenaggio inadeguate di Dubai hanno aggravato la situazione, mettendo in luce la vulnerabilità della città di fronte a eventi meteorologici estremi.

Il cambiamento climatico è un altro elemento da considerare. Con l’aumento della temperatura atmosferica, l’aria più calda può contenere maggiori quantità di vapore acqueo, aumentando la probabilità di fenomeni meteorologici intensi. Anche se non si può attribuire direttamente l’alluvione al riscaldamento globale, è evidente che fenomeni estremi come questo potrebbero diventare più frequenti.

Il disastro che ha colpito Dubai sembra essere il risultato di una combinazione di fattori, tra cui il cloud seeding, le condizioni meteorologiche, le infrastrutture inadeguate e il cambiamento climatico. Un mix di elementi che ha portato a conseguenze drammatiche per la città e la sua popolazione.