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Proteste pro-europee in Georgia: controversia sulla legge sugli agenti stranieri

Manifestazioni e scontri in Parlamento contro la proposta autoritaria

Proteste pro-europee in Georgia: controversia sulla legge sugli agenti stranieri

Le proteste pro-europee hanno scosso la Georgia, richiamando alla mente i tumultuosi eventi del Maidan in Ucraina. Queste manifestazioni sono state innescate da una controversa proposta di legge sugli agenti stranieri, fortemente contestata dall’opposizione che la considera autoritaria. Il disegno di legge in questione prevede che le organizzazioni che ricevono oltre il 20% dei loro finanziamenti dall’estero debbano registrarsi come agenti di influenza straniera, seguendo l’esempio dell’Ungheria di Viktor Orban e della Russia di Vladimir Putin.

La discussione in Parlamento è stata accesa, culminando addirittura in una rissa in Aula. Tuttavia, è probabile che il testo venga approvato nell’Assemblea controllata dal partito al potere, il Sogno Georgiano, e dai suoi alleati. Gli oppositori sostengono che questa legislazione danneggerà gli sforzi della Georgia per entrare nell’Unione Europea, specialmente dopo che Tbilisi ha ottenuto lo status di candidato lo scorso dicembre. L’UE gode di un’ampia popolarità in questo Paese di 3,7 milioni di abitanti.

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha ammonito che il progetto di legge sulla trasparenza dell’influenza estera non è in linea con l’obiettivo della Georgia di aderire all’UE, ma al contrario la allontanerà dall’Unione. Ieri sera, più di 5.000 manifestanti si sono radunati per il secondo giorno consecutivo davanti al Parlamento per protestare contro la legge, agitando le bandiere nazionali e dell’UE.

La situazione è degenerata quando gli agenti anti-sommossa, alcuni armati di fucile, hanno disperso la folla, scatenando scontri. Il Ministero degli Interni ha riportato che un agente di polizia è rimasto ferito durante gli scontri. I critici hanno paragonato il disegno di legge alla legislazione russa utilizzata per reprimere il dissenso, un’accusa particolarmente forte in un Paese come la Georgia, dove la Russia è impopolare a causa del suo sostegno alle regioni separatiste dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud, e dopo la breve guerra del 2008.

Il disegno di legge dovrà superare tre letture in Parlamento e probabilmente affrontare una quarta votazione per superare un eventuale veto della presidente Salome Zourabichvili, critica del Sogno Georgiano e oppositrice alla legge, anche se i suoi poteri sono principalmente cerimoniali. Zourabichvili ha dichiarato che la Georgia non si piegherà alla ri-sovietizzazione e ha denunciato l’espulsione di tutti i deputati dell’opposizione da parte della maggioranza del Sogno Georgiano.

I Paesi occidentali, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Germania, hanno esortato Tbilisi a non approvare la legge. Il governo georgiano, accusato di autoritarismo e di simpatie filorusse, difende il provvedimento sostenendo che sia necessario per promuovere la trasparenza e contrastare i valori imposti dagli stranieri. Il Paese si prepara a tornare alle urne il prossimo 26 ottobre.