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Le perdite russe nella guerra in Ucraina: il tabù delle vittime di guerra

Uno sguardo sulle stime delle perdite dell'esercito russo e la strategia del 'tritacarne'

Le perdite russe nella guerra in Ucraina: il tabù delle vittime di guerra

Dall’inizio della guerra in Ucraina, si stima che almeno 50mila soldati russi abbiano perso la vita sul campo di battaglia. La maggior parte di loro sarebbe deceduta nel secondo anno di conflitto, durante il quale Mosca ha adottato la strategia del “tritacarne”, con ondate umane inviate contro le posizioni nemiche nel tentativo di conquistare più territori possibile. Questa strategia ha coinvolto principalmente detenuti inviati a combattere in cambio della promessa di libertà.

Il tema delle vittime di guerra è considerato un tabù in Russia, tanto che durante la campagna elettorale che ha riconfermato Vladimir Putin alla guida del Cremlino, il presidente ha evitato di affrontare la questione, nonostante le proteste delle famiglie dei soldati caduti. Grazie al lavoro di ricerca condotto da Bbc e Mediazona, supportato da volontari, è stato possibile stimare le perdite dell’esercito russo, che si aggirano intorno alle 50mila vittime.

Le tombe militari presenti in 70 cimiteri sparsi in tutta la Russia sono state contate dai volontari assoldati dai due media. Attraverso immagini aeree, è emerso che molti di questi cimiteri sono stati significativamente ampliati, con la creazione di nuove sezioni. Si è potuto stabilire che la maggior parte delle tombe appartiene a militari e ufficiali uccisi in Ucraina, ma il 40% delle presunte vittime di guerra è costituito da soldati non professionisti.

La strategia del “tritacarne” e l’arruolamento di cittadini russi in prigione hanno contribuito a questo dato. Ad esempio, durante un’offensiva su larga scala nella regione ucraina del Donetsk nel gennaio 2023, si è registrato un picco di morti, dovuto a inefficaci assalti frontali in stile “onda umana”. Un altro picco significativo è stato durante la battaglia per Bakhmut nella primavera del 2023, quando il gruppo mercenario Wagner ha supportato la Russia nella cattura della città.

Con lo scioglimento del gruppo Wagner, Mosca ha creato i plotoni Storm, composti principalmente da detenuti. Questi soldati hanno un contratto che prevede la libertà solo al termine del conflitto in Ucraina o con la morte. Le condizioni dei combattenti degli Storm sono precarie, con mancanza di attrezzature adeguate e storie di detenuti che chiedono aiuto ai familiari per uniformi e kit medici. La mortalità tra i membri di questi plotoni è elevata, con un soldato regolare che li ha definiti “solo carne” durante un’intervista.

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