Cronaca

Femminicidio premeditato nella Valle d’Aosta: il caso di Auriane Nathalie Laisne

Un omicidio che sconvolge per la sua crudele pianificazione e il tragico epilogo

Femminicidio premeditato nella Valle d’Aosta: il caso di Auriane Nathalie Laisne

Un femminicidio premeditato, secondo gli inquirenti, sta emergendo come una vicenda sempre più inquietante. Auriane Nathalie Laisne, una ragazza francese di 22 anni, è stata trovata morta il 5 aprile tra i ruderi di una cappella diroccata nei boschi della Valle d’Aosta. Si sospetta che sia stata uccisa dal suo compagno, Teima Sohaib, un italiano di 21 anni. Attualmente arrestato in Francia, l’Italia ha richiesto la sua estradizione.

Secondo le indagini, Sohaib avrebbe portato la giovane nella chiesetta diroccata con l’intento di ucciderla a coltellate e poi di depistare le indagini, facendo sparire documenti e il cellulare della vittima. Il corpo è stato posizionato in modo da far sembrare che stesse dormendo, ma successivi elementi hanno rivelato la verità dell’omicidio.

Il procuratore capo di Aosta, Luca Ceccanti, ha sottolineato che il movente del delitto è stato il possesso e l’annullamento della volontà della vittima, non legato a raptus, gelosia o passione, ma piuttosto a una manifestazione di potere nei confronti della ragazza.

Sohaib, originario di Fermo e di origini egiziane, è gravemente indiziato del delitto. Era ricercato in Francia e in Italia per violazione del controllo giudiziario e aveva un divieto di avvicinamento alla vittima, residente a Saint-Priest, alle porte di Lione. Nonostante ciò, i due continuavano a vedersi e avevano una frequentazione assidua tra Italia e Francia, sebbene il loro rapporto non fosse sereno.

L’ingresso in Italia dalla Francia è avvenuto il 25 marzo su un autobus ‘low-cost’, fermato per un controllo di routine al Traforo del Monte Bianco. Dopo essersi fermati a La Salle per campeggiare, Sohaib e la vittima avevano cercato luoghi abbandonati, secondo testimonianze raccolte.

Le indagini hanno rivelato che l’omicidio è stato premeditato e che l’assassino ha cercato di simulare la morte della vittima. Dopo averla ferita con un coltello, ha ricomposto il corpo della ragazza in una posizione fetale, cercando di mascherare il crimine.

Le testimonianze della comunità di La Salle sono state decisive per le indagini, che hanno portato all’identificazione di Sohaib come principale sospettato. Il tragico evento si è consumato nella cappella di Equilivaz, un luogo abbandonato nei boschi della Valle d’Aosta.

Il caso è stato risolto grazie all’incrocio di dati e all’identificazione dei movimenti dei due soggetti. Sohaib è stato fermato a Lione e a breve gli verrà notificato un mandato di cattura europeo per omicidio aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo con la vittima.

Per raggiungere la cappella della tragedia, bisogna attraversare un ruscello e camminare dieci minuti tra i boschi di castagni e betulle, in un luogo isolato e carico di storia. L’avvocato di Sohaib ha sottolineato la necessità di separare i due casi giudiziari in corso, evidenziando che il giovane non ha precedenti penali e che il suo profilo non corrisponde a quello di un delinquente.