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Giorgio Armani Operations sotto amministrazione giudiziaria per sfruttamento lavorativo

Giorgio Armani Operations posta sotto amministrazione giudiziaria per presunti casi di sfruttamento lavorativo nelle aziende fornitrici. Indagine su manodopera irregolare e caporalato.

Giorgio Armani Operations sotto amministrazione giudiziaria per sfruttamento lavorativo

L’azienda Giorgio Armani Operations, responsabile della progettazione e produzione di abbigliamento e accessori per il gruppo Armani, è stata posta sotto amministrazione giudiziaria. Questo procedimento prevede la nomina di un amministratore da parte di un tribunale, incaricato di correggere eventuali pratiche illecite all’interno dell’azienda.

La decisione è stata presa in seguito a un’indagine condotta dalla procura di Milano e dall’ispettorato del lavoro, che ha evidenziato presunti casi di sfruttamento del lavoro presso altre aziende fornitrici coinvolte nel ciclo produttivo di Giorgio Armani Operations. È importante sottolineare che al momento l’azienda stessa non è oggetto di indagine.

Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, la procura ha evidenziato che Giorgio Armani Operations non avrebbe effettuato controlli adeguati sulle società a cui aveva appaltato la produzione dei suoi prodotti. Queste società, a loro volta, avrebbero affidato la produzione a “opifici cinesi” in Lombardia, dove, secondo le indagini, si sarebbe verificato lo sfruttamento di manodopera irregolare e clandestina in condizioni precarie.

Le autorità giudiziarie ritengono che l’azienda non abbia adottato misure adeguate per verificare le condizioni lavorative effettive e le capacità tecniche delle aziende a cui aveva appaltato la produzione, risultando così incapace di prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo, e presumibilmente agevolando il fenomeno del caporalato.

È interessante notare che a gennaio, per motivi simili, è stata avviata un’indagine che ha portato all’amministrazione giudiziaria di Alviero Martini Spa, nota per i suoi prodotti caratterizzati dalle mappe disegnate sui tessuti. Anche in questo caso, durante i controlli effettuati presso le aziende terze coinvolte nella produzione per Armani, sono emerse situazioni di lavoro precario e violazioni gravi delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

Nel contesto dell’indagine su Alviero Martini, sei delle aziende coinvolte hanno subito la sospensione dell’attività a causa delle irregolarità riscontrate, confermando la gravità della situazione emersa dall’inchiesta.

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