Italia

Operazione PNRR: Frode da 600 milioni di euro sventata

24 persone coinvolte in una frode legata al PNRR, con arresti, sequestri e attività illecite per ottenere finanziamenti. Coinvolte anche società fittizie e riciclaggio.

Operazione PNRR: Frode da 600 milioni di euro sventata

Un’operazione della Guardia di Finanza ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari su 24 persone in diverse città italiane. L’indagine riguarda un presunto caso di frode legato all’utilizzo illecito dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il programma attraverso il quale il governo italiano intende impiegare i finanziamenti europei del Recovery Fund.

L’ordinanza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma su richiesta dell’ufficio di Venezia della Procura Europea (EPPO). Inoltre, sono stati sequestrati ben 600 milioni di euro.

Delle 24 persone coinvolte, 8 sono state arrestate e condotte in carcere, 14 sono agli arresti domiciliari e 2 hanno ricevuto il divieto di svolgere attività commerciali. L’operazione ha visto la partecipazione di 150 agenti della Guardia di Finanza, che hanno effettuato perquisizioni in varie province italiane. Le indagini hanno coinvolto anche Slovacchia, Romania e Austria, in collaborazione con le forze di polizia locali.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, le persone arrestate avrebbero agito in concerto per costituire società il cui unico scopo era produrre documenti falsi per richiedere in modo illecito i fondi del PNRR. Attraverso l’uso di prestanome e la collaborazione di professionisti, avrebbero presentato progetti per ottenere finanziamenti senza mai realizzarli effettivamente.

Le attività illecite si sarebbero concentrate sulla prima delle missioni del PNRR, focalizzata sulla digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. In particolare, si sarebbe cercato di favorire l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Le indagini hanno rivelato che il gruppo avrebbe anche richiesto rimborsi per crediti inesistenti, legati a lavori edili mai eseguiti, e altri sussidi pubblici per le imprese.

Per mascherare le proprie attività, il gruppo avrebbe anche operato nel campo del riciclaggio. Le presunte attività criminali sono state scoperte principalmente attraverso il monitoraggio delle transazioni di una rete di società fittizie, estesa anche in Austria, Slovacchia e Romania.

Fra i beni sequestrati, del valore totale di 600 milioni di euro, figurano criptovalute, auto di lusso, orologi e ville.

Links:

Staff
  • PublishedApril 5, 2024