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Israele apre il varco di Erez e il porto di Ashdod: decisioni cruciali dopo le critiche di Biden

Israele accetta di aprire il varco di Erez e il porto di Ashdod per agevolare gli aiuti umanitari a Gaza, in risposta alle critiche di Biden. Le Nazioni Unite monitorano l'attuazione delle decisioni.

Israele apre il varco di Erez e il porto di Ashdod: decisioni cruciali dopo le critiche di Biden

La portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Adrienne Watson, ha comunicato che Israele ha accettato di aprire il varco di Erez, che collega il territorio israeliano alla Striscia di Gaza. Inoltre, si è deciso di utilizzare il porto di Ashdod per agevolare l’arrivo di aiuti umanitari nel nord di Gaza e incrementare le consegne dirette dalla Giordania. Queste decisioni sono state prese dal governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu su richiesta del presidente statunitense Joe Biden.

Le dichiarazioni più severe contro Israele da parte di Biden sono giunte dopo che lunedì l’esercito israeliano ha causato la morte di sette operatori della ong World Central Kitchen (WCK) nella Striscia di Gaza. Il presidente statunitense si è detto “arrabbiato e distrutto”, accusando Israele di non aver fatto abbastanza per proteggere i civili e gli operatori umanitari nella zona. Durante una telefonata con Netanyahu giovedì pomeriggio, Biden ha ribadito il suo dissenso riguardo alle azioni del governo israeliano, sottolineando che il sostegno degli Stati Uniti dipenderà dalle misure adottate da Israele per proteggere i civili e gli operatori umanitari a Gaza. Successivamente, il governo israeliano ha preso la decisione riguardante il varco di Erez e il porto di Ashdod.

Il varco di Erez, prima dell’invasione israeliana, rappresentava uno dei principali punti di frontiera terrestre tra la Striscia e il territorio israeliano. Questo varco consentiva a migliaia di pendolari palestinesi di recarsi al lavoro ed era stato chiuso in seguito all’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Il porto di Ashdod, situato a circa 40 chilometri a sud di Tel Aviv e a circa 25 chilometri a nord di Gaza, è uno dei due porti mercantili più grandi di Israele.

Le Nazioni Unite hanno accolto con favore, ma con cautela, la notizia della riapertura del varco di Erez e del porto di Ashdod. Il portavoce del segretario generale, Stéphane Dujarric, ha dichiarato che sarà fondamentale monitorare l’attuazione di tali decisioni. “Abbiamo urgente bisogno di un cessate il fuoco umanitario e di un massiccio afflusso di aiuti”, ha sottolineato.

Finora, quasi tutti gli aiuti ammessi a Gaza durante il conflitto sono entrati attraverso due principali punti di passaggio: Kerem Shalom e Rafah, entrambi situati nel sud, al confine tra l’Egitto e Israele. Tuttavia, il trasporto di convogli di camion dai varchi di frontiera meridionali verso nord è stato complicato e pericoloso a causa dei danni provocati dai bombardamenti israeliani alle strade e degli ostacoli nei checkpoint. Gli aiuti che hanno attraversato i varchi del confine meridionale di Gaza sono stati insufficienti rispetto alle necessità di sopravvivenza della popolazione. Nel frattempo, Save The Children ha segnalato che nel nord della Striscia di Gaza un bambino su tre, di età inferiore ai due anni, soffre di grave malnutrizione, con stime raddoppiate rispetto a gennaio.

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Staff
  • PublishedApril 5, 2024