Governo di minoranza insediato in Portogallo: sfide e alleanze politiche
In Portogallo, il governo di minoranza di centrodestra guidato da Luís Montenegro si insedia, affrontando la frammentazione politica e la necessità di alleanze per governare.
Martedì, in Portogallo, si è ufficialmente insediato il governo di minoranza del centrodestra, guidato da Luís Montenegro, che ha prestato giuramento come primo ministro. Montenegro è il leader della coalizione di centrodestra Alleanza Democratica, composta dal Partito Socialdemocratico (PDS), il Centro Democratico Sociale-Partito Popolare (CDS-PP) e il Partito Monarchico (PPM). Alle elezioni legislative del 10 marzo, l’Alleanza Democratica ha ottenuto 80 seggi sui 230 nel parlamento unicamerale del paese, prendendo pochi voti in più della coalizione di centrosinistra guidata dal primo ministro uscente António Costa, leader del Partito Socialista.
Nessuna delle due coalizioni ha raggiunto la maggioranza assoluta di 116 seggi. Il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, ha quindi affidato a Montenegro l’incarico di formare un governo. Questo governo di minoranza dovrà ottenere il sostegno di partiti esterni alla coalizione per poter approvare le leggi, suscitando dubbi sulla sua stabilità.
La sorpresa maggiore delle elezioni è stato il partito di estrema destra Chega (Basta), che ha più che raddoppiato i consensi rispetto alle elezioni del 2022, ottenendo il 18,1% dei voti e 50 seggi in parlamento. Nonostante sia di centrodestra, Montenegro ha escluso la possibilità di allearsi con Chega, preferendo formare un governo di minoranza.
Il panorama politico portoghese si presenta dunque frammentato, con la necessità di alleanze e compromessi per garantire la governabilità del paese. Resta da vedere come il governo di Montenegro affronterà le sfide e le pressioni di un parlamento diviso e delle forze politiche in gioco.
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