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Accuse di genocidio: Israele e la Striscia di Gaza

Accuse di genocidio da parte di Israele nella Striscia di Gaza, rapporto dell'Onu e reazioni di Tel Aviv. Contesto storico e implicazioni attuali.

Accuse di genocidio: Israele e la Striscia di Gaza

Israele è stato accusato di commettere atti di genocidio nella Striscia di Gaza in seguito all’offensiva condotta dopo gli attentati di Hamas del 7 ottobre 2023. Il rapporto presentato al Consiglio per i diritti umani dell’Onu a Ginevra, redatto dall’avvocatessa italiana Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, ha suscitato forti proteste da parte di Tel Aviv.

Il documento si basa su una vasta documentazione, che include inchieste e approfondimenti di media occidentali e israeliani autorevoli. Albanese ha individuato tre dei cinque criteri della Convenzione internazionale per la prevenzione e la repressione del genocidio nei raid israeliani a Gaza, tra cui omicidi di palestinesi e danni gravi alla loro integrità fisica e mentale.

Il rapporto ha anche evidenziato dichiarazioni dei massimi esponenti politici israeliani, come il presidente Benjamin Netanyahu, che ha definito i palestinesi ‘Amaleciti’ e ‘mostri’. Albanese ha descritto l’operazione militare israeliana come un tentativo di eliminare il popolo palestinese dalla Striscia di Gaza, superando il legittimo diritto di difesa di Israele.

Il rapporto ha proposto diverse raccomandazioni, tra cui l’imposizione di un embargo sulle armi verso Israele, l’avvio di un’indagine indipendente sul genocidio nella Striscia e il pagamento da parte di Israele dei costi di riparazione e ricostruzione di Gaza.

Al di là degli eventi recenti, il rapporto di Albanese ha contestualizzato l’ultima offensiva israeliana nel lungo conflitto storico tra Israele e Palestina, sottolineando un processo coloniale di cancellazione del popolo palestinese per oltre settant’anni.

La risposta di Tel Aviv è stata dura, accusando Albanese di condurre una campagna di delegittimazione contro Israele e di negare il diritto dello Stato ebraico ad esistere. La rappresentanza israeliana ha criticato la relatrice speciale per aver equiparato le azioni di Israele a quelle dei nazisti e per aver minimizzato le sicurezza israeliana come paranoia.

Secondo Tel Aviv, Albanese avrebbe giustificato gli attentati del 7 ottobre e respinto le accuse di antisemitismo, cercando di adattare argomenti deboli alla sua visione distorta della realtà. Questa posizione è stata definita come un’ennesima macchia sul mandato parziale della relatrice speciale, gettando discredito sul Consiglio per i diritti umani dell’Onu.

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Staff
  • PublishedMarch 27, 2024