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Attacchi con droni minacciano le raffinerie russe

Attacchi con droni ucraini danneggiano raffinerie russe, minacciando l'equilibrio petrolifero globale.

Attacchi con droni minacciano le raffinerie russe

Dall’inizio del 2024, decine di attacchi con droni ucraini hanno preso di mira le raffinerie di petrolio in Russia. Gli ultimi avvenuti sabato mattina hanno causato la morte di due persone e danni significativi alla raffineria di Samara. Questi attacchi, sebbene non tutti abbiano avuto successo, hanno inflitto danni consistenti alle capacità petrolifere russe. Alcuni analisti ritengono che essi facciano parte di una nuova strategia dell’Ucraina per colpire le risorse e le capacità militari della Russia.

Tuttavia, l’efficacia di tali attacchi potrebbe ritorcersi contro l’Ucraina stessa o i suoi alleati occidentali. La Russia, uno dei principali produttori di petrolio, se dovesse subire una crisi nelle sue capacità produttive, potrebbe innescare un aumento dei prezzi del petrolio a livello globale. Questa eventualità ha sollevato preoccupazioni tali che, secondo fonti anonime del Financial Times, l’amministrazione americana di Joe Biden avrebbe chiesto all’Ucraina di cessare gli attacchi con droni.

L’Ucraina ha iniziato a utilizzare droni per attaccare le raffinerie e altre infrastrutture in territorio russo già l’anno scorso, ma a partire da gennaio 2024 tali attacchi si sono intensificati, concentrandosi soprattutto sulle raffinerie, considerate obiettivi strategici cruciali. La Russia, che continua a esportare petrolio in tutto il mondo, è fortemente dipendente da questa fonte di entrate estere, che rappresenta la principale fonte di finanziamento per il regime di Vladimir Putin.

Da inizio anno, l’Ucraina ha condotto numerosi attacchi contro le raffinerie russe, alcune delle quali distano centinaia di chilometri dal confine ucraino. I droni impiegati per tali attacchi sono guidati a distanza, carichi di esplosivo, e vengono fatti schiantare sull’obiettivo una volta raggiunto. Nonostante l’apparente semplicità, si tratta di operazioni complesse: i droni sono progettati per evitare le interferenze nei sistemi di difesa russi e spesso sono pilotati direttamente dagli operatori ucraini, senza l’ausilio di sistemi automatici.

Non è possibile stabilire con esattezza il numero di attacchi con droni contro le raffinerie dall’inizio dell’anno, poiché i media russi stanno iniziando a censurare le notizie per non allarmare la popolazione. Secondo Bloomberg, tra gennaio e metà marzo sono stati registrati 15 attacchi, di cui sette hanno causato danni alle raffinerie. Alcune di queste strutture hanno ripreso la produzione, mentre altre rimangono ancora danneggiate.

Gli attacchi hanno due obiettivi principali: limitare le capacità di esportazione della Russia e generare malcontento tra la popolazione russa, esposta all’eventualità di un aumento dei prezzi della benzina e di altri beni. Francisco Serra-Martins, imprenditore collaboratore dell’esercito ucraino nella produzione di droni, ha dichiarato a Bloomberg: “La Russia è una stazione di benzina con un esercito, e noi vogliamo distruggere questa stazione di benzina”.

Attualmente, i prezzi della benzina in Russia non hanno subito aumenti significativi, ma segnali indicano una crescente preoccupazione da parte del governo russo. Il divieto di esportazione della benzina, in vigore dal 1° marzo al 31 agosto, e le richieste dei governatori locali di non diffondere filmati degli attacchi con droni testimoniano tale inquietudine.

L’efficacia potenziale di questi attacchi ucraini potrebbe costituire un problema anche per l’Occidente. La Russia, terzo produttore mondiale di petrolio, se dovesse affrontare una crisi produttiva, potrebbe innescare un aumento dei prezzi del petrolio a livello globale. Attualmente, non si è verificato un tale scenario, ma i mercati finanziari mostrano segnali di preoccupazione, con i futures sul petrolio in aumento.

Di conseguenza, gli Stati Uniti avrebbero chiesto all’Ucraina di interrompere gli attacchi con droni in territorio russo per evitare possibili ritorsioni e un aumento dei prezzi del petrolio. L’obiettivo è prevenire che tali azioni siano percepite come provocatorie dalla Russia, con conseguenze potenzialmente gravi sul fronte economico internazionale.

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Staff
  • PublishedMarch 25, 2024