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Controlli fiscali dai parchimetri: una proposta controversa a Como

Il sindaco di Como propone controlli fiscali direttamente dai parchimetri, suscitando preoccupazioni sulla privacy e l'efficacia dell'intervento.

Controlli fiscali dai parchimetri: una proposta controversa a Como

Durante una puntata della trasmissione di La7 Tagadà, il sindaco di Como Alessandro Rapinese ha annunciato una proposta inedita e piuttosto strana: il comune effettuerà controlli fiscali direttamente dai parchimetri installati in città. Questa iniziativa ha destato l’interesse di diversi esperti di privacy, i quali hanno già espresso dubbi sulla sua legittimità, nonostante non siano ancora stati resi noti tutti i dettagli.

Il funzionamento del sistema proposto sembra piuttosto semplice: quando un automobilista inserisce la targa dell’auto per pagare la sosta, il parchimetro invia i dati all’ufficio tributi del comune, il quale verifica automaticamente eventuali pendenze fiscali. Questo controllo fiscale determinerà il prezzo della sosta: se un residente non risulta in regola con la tariffa rifiuti (TARI) o l’imposta municipale unica (IMU), dovrà pagare il prezzo intero della sosta; altrimenti, potrà usufruire degli sconti riservati ai residenti, introdotti nell’ambito di un generale aumento delle tariffe di parcheggio in città.

Il sindaco Rapinese ha dichiarato: “Se non sei in regola con l’ufficio tributi, semplicemente pagherai la sosta al prezzo pieno. Inoltre, sul parcometro comparirà un avviso: ‘passa dall’ufficio tributi perché abbiamo qualcosa da dirti'”.

Uno dei principali dubbi sollevati dagli esperti di privacy riguarda la finalità del trattamento dei dati forniti dalla persona che paga il parcheggio. Secondo il principio di finalità del trattamento, i dati dovrebbero essere raccolti per specifici scopi e trattati in modo compatibile con tali obiettivi. L’avvocata esperta di privacy Elena Vimercati ha commentato: “Chi inserisce la targa non si aspetta di essere sottoposto a un controllo fiscale. Il trattamento dei dati va oltre le finalità richieste e i comuni, soggetti alle normative sulla privacy, dovrebbero fornire un’informativa a tutti”.

Un’altra questione aperta riguarda la situazione in cui si paga per parcheggiare un’auto non di proprietà. In questo caso, chi inserisce i dati della targa otterrebbe informazioni sullo stato fiscale della persona a cui l’auto è intestata.

Secondo il tributarista Francesco Tundo, l’idea proposta dal sindaco è principalmente simbolica, poiché risulta di difficile attuazione e con effetti trascurabili sul recupero dell’evasione fiscale. Gli uffici competenti dispongono già degli strumenti necessari per effettuare controlli e accertamenti fiscali, senza dover attendere che gli abitanti paghino il parcheggio per avviare le verifiche. Tundo ha affermato: “Se l’obiettivo è far pagare la tariffa piena agli evasori, posso essere d’accordo, ma per recuperare l’evasione fiscale euro dopo euro, servirebbero decenni”.

È interessante notare che già nel 2022 il sindaco Rapinese aveva annunciato un’iniziativa simile, legata al rinnovo della carta d’identità: controlli fiscali obbligatori per chi si rivolge all’ufficio anagrafe per il rinnovo del documento. Anche in quel caso, molti esperti avevano sollevato dubbi sulla legittimità dell’esperimento, del quale però il comune non ha mai diffuso i risultati.

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