Grotte lunari: la soluzione per una base sulla Luna
Scoperta la presenza di tunnel lunari ideali per una futura stazione spaziale
La superficie della Luna non è certo ospitale. Le temperature possono raggiungere estremi di 127 gradi Celsius nel lato illuminato, e minime di -173 su quello in ombra. L’assenza di un’atmosfera fa sì che le radiazioni cosmiche e solari colpiscano con una forza fino a 150 volte superiore a quella sulla Terra. Queste condizioni rendono difficile stabilire una presenza umana fissa sul satellite, come previsto dai piani della Nasa. È necessario trovare una location che protegga gli astronauti dalle temperature, dalle radiazioni e dagli impatti dei meteoriti.
Un nuovo studio internazionale guidato dall’Università di Trento potrebbe avere la soluzione: enormi grotte che costellano la superficie della Luna, di cui i ricercatori hanno dimostrato per la prima volta l’esistenza sulla pagine di Nature Astronomy.
La ricerca
L’esistenza di questi tunnel lunari è stata teorizzata da decenni. Si tratta di tubi di lava lunari, strutture formate durante antiche eruzioni risalenti al periodo in cui la Luna era ancora geologicamente attiva. Questi tubi collassati nei milioni di anni successivi hanno dato origine a enormi caverne sotterranee raggiungibili dalla superficie. Le grotte sarebbero il luogo ideale per costruire una stazione sulla superficie in grado di fornire ombra e protezione agli astronauti.
Per confermare l’esistenza di queste grotte, il team internazionale guidato dall’Università di Trento ha utilizzato i dati ottenuti dal Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della Nasa. In particolare, hanno analizzato le immagini radar catturate dallo strumento Mini-Rf di un pozzo situato nel mare della Tranquillità, un’ampia pianura basaltica presente nel lato visibile della Luna.
Studiando i dati relativi a questa cavità, la più profonda conosciuta sulla Luna, i ricercatori hanno notato un aumento della luminosità radar sul lato ovest del pozzo, suggerendo la presenza di un tunnel di lava. Per confermare questa ipotesi, hanno effettuato una simulazione utilizzando i dati raccolti dal radar. Il modello 3D ottenuto ha confermato l’esistenza di un condotto che si espande nel sottosuolo dal lato ovest del pozzo.
La simulazione
Leonardo Carrer, ricercatore all’Università di Trento e primo autore dello studio, spiega: “Grazie all’analisi dei dati, siamo riusciti a creare il modello di una porzione del condotto. La spiegazione più probabile delle nostre osservazioni è che si tratti di un tubo lavico cavo”. I ricercatori stimano che il condotto si trovi a una profondità di circa 130-170 metri, con una lunghezza dai 30 agli 80 metri e una larghezza di circa 45 metri. Inoltre, il condotto sembra essere leggermente inclinato, con una pendenza che raggiunge i 45 gradi. Queste condizioni lo rendono ideale per ospitare una futura base lunare.