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Il Long Covid e la testimonianza di Violet Affleck: una lotta contro le sindromi post-virali

Le implicazioni del long Covid e il dibattito sulle mascherine durante le proteste politiche

Il Long Covid e la testimonianza di Violet Affleck: una lotta contro le sindromi post-virali

Il long Covid rappresenta ancora uno dei misteri irrisolti della pandemia. Non si conosce con esattezza la sua frequenza, chi sia più incline a svilupparlo o come debba essere trattato. Ciò che è certo è che alcune persone continuano a manifestare sintomi della malattia settimane o addirittura mesi dopo essersi ripresi dal Covid-19. In alcuni casi, questi sintomi possono essere debilitanti.

Recentemente, Violet Affleck, figlia maggiore di Ben Affleck e Jennifer Garner, ha reso pubblica la sua lotta contro una sindrome post-virale non specificata durante una riunione del Consiglio dei supervisori della Contea di Los Angeles. Durante l’incontro, ha espresso la sua opposizione al divieto di utilizzare le mascherine durante manifestazioni e cortei, proposto dal sindaco di Los Angeles, Karen Bass.

La proposta di vietare l’uso delle mascherine durante raduni politici è stata avanzata anche in altre città americane come New York, in risposta al clima di crescente violenza generato dalle proteste contro la guerra a Gaza. A Los Angeles, ad esempio, una manifestazione pro-Palestina di fronte a una sinagoga è sfociata in scontri tra manifestanti e sostenitori di Israele, con reciproche accuse di aver scatenato la violenza.

Sebbene il divieto delle mascherine sia motivato principalmente da ragioni di ordine pubblico, ha suscitato polemiche tra studenti, attivisti politici e parte dell’opinione pubblica che ritiene ancora essenziale l’utilizzo delle mascherine per contenere la diffusione del virus.

Violet Affleck, 18 anni, ha testimoniato di aver sofferto personalmente di una sindrome post-virale nel 2019 e ha sottolineato i pericoli delle infezioni anche apparentemente banali. Durante l’udienza pubblica, ha dichiarato che la pandemia di Covid-19 ha evidenziato che una persona su dieci affetta da infezione sviluppa il long Covid, una malattia neurologica e cardiovascolare debilitante che può compromettere la capacità lavorativa, motoria, visiva e cognitiva.

Le sindromi post-virali possono essere scatenate da diversi virus, inclusa l’influenza. I sintomi variano ampiamente e possono includere affaticamento, difficoltà respiratorie, dolori muscolari e articolari, mal di testa, problemi di concentrazione e memoria, tra altri disturbi che persistono o si manifestano almeno tre mesi dopo l’infezione.

Secondo l’OMS, il long Covid può colpire tra il 10 e il 20% dei pazienti affetti da Covid-19, una percentuale che potrebbe essere influenzata dalla difficoltà nel rilevare i casi asintomatici o pauci-sintomatici. Inoltre, il numero di persone che hanno contratto il virus e sono state vaccinate è significativamente aumentato rispetto alle fasi iniziali della pandemia.

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