Rischio pandemia: influenza aviaria negli Stati Uniti
Il virus H5N1 si diffonde tra bovini e cittadini, aumenta il rischio di pandemia
Resta alta l’attenzione per l’epidemia di influenza aviaria che ha colpito gli allevamenti di bovini in nove stati americani. Nelle scorse settimane il virus H5n1 ha già causato un caso accertato nell’uomo, ed è stato identificato nel latte delle mucche infette, spingendo i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani a sconsigliare il consumo di latte crudo per ridurre al minimo il rischio di ulteriori contagi tra i cittadini. Una ricerca del Baylor College of Medicine di Houston ha riscontrato la presenza di particelle virali anche nelle acque reflue di nove cittadine del Texas, confermando il sospetto che l’epidemia all’interno degli allevamenti dello stato americano sia più diffusa di quanto indicano i numeri ufficiali. Questo aumenta il rischio di adattamento del virus alla nostra specie e potenzialmente innescare una nuova pandemia.
Il virus H5N1, responsabile dell’influenza aviaria, è stato identificato per la prima volta in Cina nel 1996. Sebbene al momento risulti scarsamente capace di infettare gli esseri umani, negli sporadici casi di contagi umani registrati negli ultimi decenni ha sempre mostrato un’elevata mortalità. Il serbatoio naturale del virus sono gli uccelli migratori, che dal 2003 stanno sostenendo la circolazione di un’epidemia che ha devastato allevamenti di pollame e popolazioni di volatili selvatici in tutto il mondo. H5N1 è un virus che provoca infezioni gravi negli uccelli, ma non è particolarmente bravo a infettare i mammiferi. Tuttavia, ogni nuova epidemia nei mammiferi rischia di produrre nuove varianti pericolose per la nostra specie.
Le autorità sanitarie americane stanno cercando di circoscrivere l’entità dell’epidemia in corso. Le analisi sul latte nei supermercati hanno rivelato una contaminazione diffusa da parte di particelle virali di H5N1. Un’altra forma di monitoraggio indiretto è lo studio delle acque reflue delle città, in cui si concentrano i virus espulsi con le feci da uomini e animali. I Cdc stanno diffondendo online i risultati delle analisi. Il Baylor College ha pubblicato i risultati del monitoraggio effettuato in 10 città del Texas, evidenziando la presenza del virus H5N1 nelle acque reflue di 9 città, confermando l’elevata circolazione del virus almeno in alcune aree degli Stati Uniti.
Molti esperti chiedono di prestare attenzione alle iniziative necessarie per prepararsi nel caso in cui l’aviaria si trasformasse in una nuova pandemia. È importante migliorare il monitoraggio, la condivisione di dati, i controlli e la gestione accurata degli animali da pelliccia e del pollame, nonché la vaccinazione degli animali da allevamento e della popolazione umana a rischio. Queste misure richiedono una collaborazione rafforzata tra le autorità sanitarie mondiali. In Italia, il piano pandemico aggiornato annunciato a gennaio non è ancora operativo, ma è essenziale agire tempestivamente per evitare una gestione emergenziale in caso di pandemia.
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