La villa di Gabriel García Márquez a Palma de Maiorca
Un luogo incantato che ha ispirato il Premio Nobel

I paesaggi e la natura spesso ispirano gli scrittori, come è accaduto a Gabriel García Márquez, premio Nobel per la letteratura nato in Colombia e naturalizzato messicano. Durante la sua vita, ha viaggiato in tutto il mondo e ha vissuto in luoghi suggestivi, tra cui Palma de Maiorca, dove ha trascorso un periodo in una casa immersa nel verde, attualmente in vendita.
La proprietà, inizialmente quotata a 1,1 milioni di euro, ha visto il suo prezzo ridotto di circa 125.000 euro, diventando acquistabile per 975.000 euro. Situata nel villaggio di Deià a Palma de Maiorca, l’isola spagnola ha affascinato l’autore di “Cent’anni di solitudine” e “L’amore ai tempi del colera”, che ha scelto di soggiornare nella casa durante l’estate del 1973 mentre lavorava a un altro dei suoi capolavori: “L’autunno del Patriarca”.
La villa, costruita nel 1600, conserva intatto il fascino del tempo, con un interno che ricorda un cottage e si rifà allo stile dell’epoca. La parte esterna è caratterizzata da un giardino rigoglioso e una vista mozzafiato, a pochi passi dalla chiesa del villaggio, in una zona tranquilla. La proprietà si sviluppa su una superficie di 167 metri quadrati su tre livelli e, nonostante necessiti di alcuni interventi di ammodernamento, rimane una residenza di grande impatto.


La villa principale include una cucina rustica con camino, una sala studio, una mansarda e tre camere da letto con due bagni. Il pavimento in cotto e i dettagli in legno, come i mobili e le travi a vista, conferiscono un’atmosfera accogliente. Accanto alla casa principale, c’è una struttura per gli ospiti, anch’essa caratterizzata da uno stile rustico.
La facciata in pietra e il giardino rigoglioso rendono l’esterno della proprietà particolarmente suggestivo, un luogo dove rilassarsi e godere delle calde giornate primaverili ed estive, come hanno fatto Gabriel García Márquez e altri artisti che hanno soggiornato nel villaggio negli anni ’70 e ’80, quando era un punto di riferimento per gli intellettuali espatriati.





