Scienze

Furto di animali: leggi e conseguenze

Analisi sulle implicazioni legali e penali

Furto di animali: leggi e conseguenze

Ogni anno, migliaia di animali domestici e selvatici vengono sottratti dai loro legittimi custodi per motivi vari, creando angoscia e perdita per chi li ama e mettendo a rischio il loro benessere. In un’epoca di connettività globale, il mercato nero di animali esotici prospera, alimentato dalla domanda di specie rare ed esotiche. Il furto di animali, tuttavia, non è solo una questione di profitto finanziario; spesso dietro questi atti si celano anche motivazioni come il vandalismo, che vanno oltre il mero interesse economico.

La legislazione riguardante il furto di animali è chiara: rubare un animale costituisce un reato in quanto rientra nel delitto di furto, considerando gli animali come beni mobili secondo la legge. Pertanto, l’appropriazione di un animale domestico di un’altra persona può portare a denunce e processi penali. Tuttavia, esistono situazioni speciali che richiedono un’analisi più approfondita, come nel caso del furto di un cane registrato all’anagrafe canina.

Una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che non costituisce reato rubare un animale domestico di qualcun altro se l’intento è quello di salvarlo da maltrattamenti, mancando così l’elemento tipico del furto, che è il perseguimento di un vantaggio personale ingiusto.

Per quanto riguarda gli animali selvatici, appropriarsi di essi è considerato un crimine in quanto fanno parte del patrimonio dello Stato. Il reato di furto aggravato di fauna, noto anche come “furto venatorio”, prevede pene severe, con la possibilità di reclusione da due a sei anni. Ad esempio, chi si dedica all’uccellagione, cioè alla cattura di uccelli vivi senza licenza, commette questo tipo di reato.

La legge considera come furto aggravato l’appropriazione indebita di capi di bestiame appartenenti ad altri, configurando il reato di abigeato. Questo si verifica quando il furto coinvolge tre o più capi di bestiame raccolti in gregge o in mandria, inclusi animali bovini o equini, anche se non raccolti in mandria. Il reato è punibile con la reclusione da due a sei anni, secondo l’articolo 625 del codice penale.

In pratica, rubare tre pecore da un gregge costituisce abigeato, ossia furto di bestiame, mentre rubarne una sola è considerato un furto semplice, con una pena che va dai sei mesi ai tre anni. Rubare un singolo cavallo o una sola mucca è già di per sé abigeato, poiché il valore di tali animali è generalmente più elevato rispetto a quello di una capra o di una pecora.