Scienze

Batteri resistenti nello spazio: un’evoluzione pericolosa

Studio rivela batteri adattati e resistenti sull'Iss

Batteri resistenti nello spazio: un’evoluzione pericolosa

La Stazione Spaziale Internazionale non è solo un luogo di permanenza per un gruppo di astronauti, ma anche un ambiente che ospita una varietà di batteri. Ad ogni cambio di equipaggio, nuovi batteri si uniscono alla comunità microbica presente sulla stazione, viaggiando all’interno degli astronauti e sulle superfici degli oggetti e dell’equipaggiamento. Molti di questi batteri sono innocui, ma nel corso dei 26 anni di attività della stazione, diversi ceppi patogeni hanno fatto la loro comparsa. Uno studio recente pubblicato sulla rivista Microbiome da ricercatori del California Institute of Technology e dell’Indian Institute of Technology ha rivelato che l’ambiente a microgravità ha modificato questi batteri, conferendo loro caratteristiche uniche e un’elevata resistenza agli antibiotici.

La presenza di batteri resistenti sull’Iss non è una novità. Già dal 2018, con il primo campionamento su larga scala dei microorganismi presenti sulla stazione, è emerso che esiste una vasta comunità batterica che convive con gli astronauti nello spazio. Alcuni di questi batteri mostrano una notevole resistenza agli antibiotici comuni. Le condizioni ambientali uniche della microgravità, con elevate concentrazioni di CO2 e radiazioni solari, favoriscono l’evoluzione dei batteri verso una maggiore resistenza agli ambienti estremi, contribuendo alla diffusione dell’antibiotico-resistenza.

Il nuovo studio condotto da ricercatori americani e indiani si è concentrato sull’analisi evolutiva di una specie di batteri chiamata Enterobacter bugandensis, trovata in diversi ceppi sull’Iss. Sono stati esaminati 13 ceppi capaci di causare infezioni negli esseri umani, confrontando il loro genoma con quello dei batteri terrestri. Le analisi hanno rivelato profonde differenze tra i batteri spaziali e quelli terrestri, con una media di 578 mutazioni che li distinguono dai campioni terrestri più simili geneticamente. I batteri spaziali presentano anche mutazioni genetiche nuove e poco conosciute nei batteri terrestri, suggerendo un’evoluzione avvenuta nell’ambiente unico dell’Iss.

Focalizzandosi sulla resistenza agli antibiotici dei ceppi raccolti nello spazio, i ricercatori hanno identificato geni che conferiscono resistenza a 23 diverse classi di farmaci, tra cui cefalosporine e metronidazolo. Questa scoperta è di particolare rilevanza, poiché i ceppi di Enterobacter bugandensis presenti sull’Iss sembrano essere altamente adattati alla vita sulla stazione spaziale, coesistendo con molte altre specie batteriche e mostrando un’elevata resistenza agli antibiotici.

Questi risultati sollevano preoccupazioni sul potenziale diffondersi dei geni di resistenza agli antibiotici nel microbiota dell’Iss, rappresentando un potenziale rischio per la salute degli astronauti in futuro.