Rischio cardiovascolare e digiuno intermittente: nuove scoperte
Uno studio rivela un aumento del rischio di malattie cardiovascolari tra chi pratica il digiuno intermittente 16:8. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare l'associazione.
Il digiuno intermittente, un regime alimentare che prevede cicli di digiuno e periodi di alimentazione libera, è diventato sempre più popolare negli ultimi anni. Tra i suoi sostenitori, molti ne vantano i benefici per la salute, tra cui la perdita di peso, il miglioramento della sensibilità all’insulina e la riduzione del rischio di malattie croniche.
Un nuovo studio condotto da Victor Wenze Zhong, epidemiologo e biostatistico della Scuola di Medicina Universitaria Shanghai Jiao Tong (Cina) e presentato durante le Scientific Sessions dedicate agli stili di vita e alla salute cardiometabolica dell’American Heart Association ha gettato nuova luce sul digiuno intermittente.
Lo studio ha analizzato i dati sanitari e le abitudini alimentari di oltre 20.000 statunitensi, partendo dai dati estratti dal National Health and Nutrition Examination Surveys per il periodo 2003-2018, confrontati con quelli delle persone decedute negli USA tra il 2003 e il 2019 tratti da un altro database nazionale. I risultati hanno rivelato un’associazione significativa tra lo schema 16:8 del digiuno intermittente e un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
Questo schema comporta 16 ore di digiuno seguite da 8 ore in cui vengono consumati tutti i pasti principali. Il rischio di morte per malattie cardiovascolari è aumentato del 91% tra coloro che seguivano questo regime alimentare, con un aumento ancora maggiore tra i partecipanti con preesistenti malattie cardiache o cancro.
In particolare, se la finestra di tempo utile per mangiare veniva prolungata da 8 a poco meno di 10 ore, il digiuno intermittente è stato associato a un aumento del 66% del rischio di morte per eventi cardiaci.
Mentre il digiuno intermittente può offrire benefici immediati sulla salute metabolica, come la stabilizzazione dei livivelli di zucchero nel sangue e del colesterolo, i risultati di questo studio sollevano domande cruciali sulle sue implicazioni a lungo termine. In particolare, il rischio elevato di malattie cardiovascolari tra coloro che seguono questo regime alimentare suggerisce la necessità di una valutazione più approfondita dei suoi effetti sulla salute.
Nonostante questi risultati preoccupanti, è importante sottolineare che lo studio è osservazionale e non può dimostrare un rapporto diretto di causa-effetto. Sono quindi necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati e per determinare i meccanismi sottostanti all’associazione tra digiuno intermittente e rischio cardiovascolare.
Gli esperti consigliano cautela nell’adottare il digiuno intermittente, soprattutto per le persone con preesistenti problemi di salute. È importante parlare con il proprio medico prima di iniziare qualsiasi nuovo regime alimentare, in particolare se si hanno dubbi o preoccupazioni.